Dopo la sveglia mattutina alle ore 6:00 , una lauta colazione, ci immergiamo nella realtà della Missione camilliana il villaggio di Elena .
Questo ex lebbrosario è posto in vetta a un colle , percorrendo la strada che ci portava dalla città di fianarantsoa a lui, siamo rimasti affascinati dall’unione di cielo e terra che si poteva osservare salendo nella vallata , con le montagne ergersi sopra le nuvole sotto di noi ( maurizio sostiene che fosse nebbia, ma a me piace pensare poeticamente che fossero nuvole )
Ci racconta Padre Albert che la strada che ora sale a Ilena, è stata donata dalla città di Modena, con la quale hanno avviato un progetto di rinboschimento dei colli attorno , e anche se ora può apparire bella da percorrere quando il tempo è avverso diventa molto pericolosa.
Il villaggio è da cinque anni “diretto” da suore della congregazione della Provvidenza che collaborano con Padre Albert per lo sviluppo del territorio ma ancor più dell’educazione familiare e scolastica indispensabile per creare un progresso locale indipendente da loro e quindi in grado di sostenersi ed evolversi autonomamente sia economicamente che socialmente.
Già la Messa è stata una prima manifestazione concreta del suo operare in questo senso infatti non è intesa come solo momento di divulgazione religiosa ma anche come aggregazione, collaborazione e confronto nelle problematiche quotidiane alla popolazione del villaggio, stimolando la ricerca di possibili risoluzioni ed interpretando un ruolo di moderatore
Sarà un caso ma da quando ci siamo noi , la chiesa è sempre colma , la presenza del vazaha( uomo bianco ) attira? Attira attira !!! anche i ragazzi alla fine della liturgia accorrono per” prendere in giro” Michela, ma così ci permettono di fare delle foto naturali
Tornando al villaggio. negli ultimi 5 anni è stato fatto moltissimo , hanno migliorato la situazione igienica istituendo i bagni(che pero’ ancora sono poco utilizzati),dato un alternativa lavorativa di sussistenza agli abitanti,quali il vivaio e la pescicoltura per bloccare la desertificazione e il conseguente impoverimento non solo dell’ambiente ma anche degli abitanti ed intorno a queste attività hanno rinfoltito il tessuto sociale vittima anche dell’alcolismo e con l’istituzione di servizi alla popolazione quali l’ambulatorio medico e le scuole eliminato l’isolamento in cui viveva il lebbrosario.
Nuovi progetti tra cui l’allevamento,sono ora al vaglio di finanziatori , aspettando le risposte augurandosi positive! che possano permettere al villaggio di arrivare ad una attività produttiva sufficiente ad alimentarsi autonomamente .
Ottimi i limoni,per niente aspri ma anzi molto dolci!
Ma ancora tanto c’è da scoprire….il nostro giro continua!
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